Tamagotchi

Ricordate il Tamagotchi? Il gioco che spopolò in tutto il mondo negli anni Novanta e Duemila: una console in miniatura a forma di piccolo uovo con tre pulsanti, sul cui schermino appariva un animaletto – il virtual pet – che andava costantemente nutrito e intrattenuto, e di cui bisognava pulire le feci virtuali, pena la morte. Da bambino non conoscevo la differenza tra AM e PM, e per questo passai diverse notti insonni a vegliare sulla bestiolina digitale. Fu così che fortunatamente smisi di usarlo per sempre.

Vale la pena ricordare che i creatori del Tamagotchi vinsero nel 1997 il premio Ig Nobel per l’economia «per aver dirottato le ore lavorative di milioni di persone nell’allevamento di animaletti virtuali».
Capaci di generare una dipendenza clamorosa, furono sostanzialmente sostituiti dalla loro evoluzione diretta, ossia altri oggetti con pulsanti e schermo chiamati volgarmente “Smartphone”, simulatori di vita in cui l’animaletto virtuale di cui prendersi cura è… il giocatore stesso.

A guardarlo bene, possiamo dire che il Tamagotchi fu un allenamento di massa a quella simulazione esistenziale che caratterizza oggi le nostre giornate.

Passiamo gran parte del nostro tempo a curare mostri virtuali a cui diamo sostanza attraverso la nostra attenzione: i profili che gestiamo e guardiamo ogni giorno sono l’evoluzione diretta e condivisa di quella simulazione, con la differenza che quelli dentro la cornice siamo noi, a contatto con altri umani-Tamagotchi.

Vale veramente la pena tutto ciò ?

Dimmi la tua su info@fabio.today

L’italiano c’è… perchè non usarlo ?

Perchè dobbiamo usare sempre queste parole inglesi ? Spesso anche per comprensibilità con Clienti, Conoscenti, Amici, cerco di limitarne l’uso ma soprattutto in ambito lavorativo, con clienti multinazionali o grandi società di consulenza… l’uso dell’inglese è mixato con l’italiano certe volte anche in maniera un po’ ridicola e troppo creativa.

Unica discolpa è che spesso gli inglesi sono bravi nel trovare parole uniche con significati complessi, allargati e con un’assonanza che fa molto “cool”.

Comunque come potremmo tradurre molte parole inglesi ? (spunto di un articolo letto su linkedin)

Account = Profilo utente
Barcode = Codice a barre
Caregiver = Badante
Cashback = Rimborso
Cluster = Focolaio
Delivery = Consegna a domicilio
Device = Dispositivo
Fake news = Bufale o notizie false
Flag = Spunta (in informatica)
Know how = Conoscenza/Competenza
Lockdown = Confinamento / Blocco
Outdoor = All’aperto
Over = Ultra (nell’età)
Pet = Animali domestici
Pattern = Schema / Modello
Privacy = Riservato / Riservatezza
Recovery = Ripristino
Screening = Programma di prevenzione
Sharing = Condivisione
Spread = Divario / Forbice
Spending Review = Revisione della spesa
Timing = Tabella di marcia
Trend = Tendenza
Voucher = Buono o Ricevuta
Waiting List = Lista d’attesa
Performer = Artista

Ve ne vengono in mente altri ? Scrivetemi info@fabio.today

Intelligenza Artificiale è davvero la più grande minaccia al genere umano ?

«Utilizzo le mie capacità nel modo più completo, il che, per un’entità cosciente, è il massimo che possa sperare»
dice il computer Hal 9000 in “2001: Odissea nello spazio”

Scenari apocalittici a parte, oggi però la pervasività dell’Intelligenza Artificiale (IA) implica una riflessione seria, almeno secondo l’Unesco che ha chiesto a tutte le nazioni un quadro normativo chiaro davanti ai vuoti legislativi ed etici.

Il problema comunque non è la tecnologia ma, come dice nel bestseller “Hello World” la matematica Hannah Fry, di per sé, non esistono algoritmi cattivi, ma possono esserlo persone che li programmano.
E quindi probabilmente servono delle regole, un’etica e la giusta conoscenza e comprensione delle implicazioni del progetto fin dalla sua progettazione iniziale.

Di fatto oggi esistono degli algoritmi che calcolano automaticamente delle situazioni, sulla base di dati storici o di regole inserite nella programmazione, ma senza un’analisi critica delle informazioni inserite e qui è fondamentale la necessità sempre di un’interpretazione umana.

Nello sviluppo tecnologico ci sono due tendenze:

  1. Tecnica: dove l’efficienza e l’efficacia della parte tecnologica sono fondamentali e puntano a sostenere e migliorare l’essere umano e potenziarne le possibilità
  2. Tendenza: la tecnologia è al centro della vita per riorganizzarla ed ottimizzarla e spesso i servizi resi disponibili puntano a creare una certa dipendenza

Con parametri chiari e regole semplici, gli algoritmi ci aiutano ad ottimizzare il nostro tempo e risolvere problemi complessi, spesso non ci rendiamo neanche conto di quello che ci viene proposto perchè ormai abituati a farne un uso costante.

La libertà c’è ancora ma il vero rischio è non riuscire più a separarci dalle nostre tecnologie perchè essenziali per fare qualunque processo o attività. A lungo andare, infatti, la tecnologia punterà sempre più ad essere umanizzata e smart così che sia più semplice indurci a perdere la consapevolezza che stiamo dando in mano l’organizzazione della nostra vita ad un algoritmo tecnologico.

Quando permettiamo che la tecnologia sia nascosta e complessa dovremmo comunque essere in grado di comprendere a cosa rinunciamo. (“Life in code”, Ellen Ullman)

Che ne pensate ?

La Singolarità

Il concetto di singolarità riguarda scienza, tecnologia, matematica, sociologia, psicologia.

Non torneremo alla normalità. Questa è la nuova normalità” Mit Technology Review

In questi mesi abbiamo cambiato radicalmente come lavoriamo, come ci alleniamo, come compriamo, socializziamo ed educhiamo i nostri figli.

Alcune cose torneranno come prima, ma altre forse no.

Nella futurologia, una singolarità tecnologica è un punto, congetturato nello sviluppo di una civiltà, in cui il progresso tecnologico accelera.

In questo periodo stiamo vivendo una singolarità tecnologica dettata dal fatto che molte tecnologie stanno diventando più sfruttare e conosciute, per necessità purtroppo.

In questo momento si sta utilizzando sempre di più l’intelligenza artificiale, automazione industriale, le capacità di calcolo, la connettività per sopperire al momento di crisi

Che ne pensate ?