Tirame sù: un dolce che è un’emozione.

Ormai è certo il tiramisù, in dialetto trevigiano “Tirame sù”, nasce a Treviso nel 1969 presso il locale storico “Le Beccherie”, dove per la prima volta viene reso pubblico il dolce all’interno di un ristorante.
La sua origine sembra nascere dallo “sbattutin”, colazione a base di tuorlo d’uovo sbattuto con zucchero, che si faceva ai bambini per tirargli su e dargli forza con un pasto ipercalorico!
La proprietaria del ristorante “Le Beccherie”, con l’allora pasticciere del locale Roberto Linguanotto, comincia un periodo di sperimentazione che porta poi nel 1972 a realizzare la ricetta del Tiramisù originale di oggi con abbinando nella crema il mascarpone (rigorosamente fresco e non confezionato).

La ricetta del tiramisù originale
12 tuorli d’uovo non freddo non freddo da frigo
1/2 kg di zucchero
1 kg di mascarpone non freddo da frigo
60 savoiardi
q.b. caffè
q.b. cacao in polvere amaro

La preparazione originale
1. Preparare il caffè e lasciarlo raffreddare in una ciotola
2. Montare a spuma 12 tuorli d’uova con ½ kg di zucchero ed incorporarvi 1 kg di mascarpone ottenendo così una crema morbida. Il mascarpone va incorporato poco per volta, facendolo amalgamare bene.
3. Bagnare 30 savoiardi con caffè facendo attenzione a non inzupparli troppo e disporli in fila al centro di un piatto circolare.
4. Spalmare sui savoiardi metà della crema e poi sovrapporre un altro strato di 30 savoiardi bagnati con il caffè’, spalmare poi la superficie con la rimanente crema di mascarpone.
5. Cospargere il mascarpone con del cacao magro setacciato.
6. Mettere in frigo fino al momento di servire e comunque per almeno 3 ore.

Da ricordare, che la forma del Tiramisù originale alle Beccherie è circolare, veniva servito in “spicchi” e “contrassegnato” da un marchio in cacao riportante l’insegna del locale.

Alcune indiscrezioni:
Si narra nella leggenda che in realtà il Tiramisù sia nato ancora negli anni metà/fine 1800 come rinvigorente per gli uomini e per merito di una “maitresse” di una casa di piacere in centro storico a Treviso, che utilizzava il “tirame sù” come dolce a base di uovo, zucchero e rhum (stile zabaione) per riportare gli uomini ad un nuovo vigore al ritorno a casa per i loro doveri coniugali. Praticamente un viagra dell’800. Un po’ in stile “Signore e Signori” 🙂





Le comunità virtuali creano solo l’illusione di intimità

Le comunità virtuali che hanno sostituto quelle naturali, creano solo l’illusione di intimità e una finzione di comunità. Non sono validi sostituti del sedersi insieme ad un tavolo, guardarsi in faccia, avere una conversazione reale. Né sono in grado queste comunità virtuali di dare sostanza all’identità personale, la ragione primaria per cui le si cerca. Rendono semmai più difficile di quanto non sia già accordarsi con se stessi. Le persone camminano qua e la con l’auricolare parlando ad alta voce da soli, come schizofrenici, paranoici, incuranti di ciò che sta loro intorno. L’introspezione è un’attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri, controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro.

ZYGMUNT BAUMAN, Intervista sull’identità (Laterza 2003).

Fonte libriantichionline.com

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